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I Lucani
Anche Melfi, come altri centri abitati della regione, venne investita dalla forza dirompente di un flusso migratorio sannitico che, sul finire del V Secolo a.C., si spinse, con combattimenti, contro le colonie greche fino a Metaponto e Taranto. Questi invasori sono denominati da fonti greche leucanoi e da fonti latine lucani.
Questa forza lucana condizionò la storia della Magna Grecia sino alla fine del III Secolo a.C.; a seguito della pressione sulle sue colonie fino a Metaponto, la civiltà greca lentamente decadde per lasciare il posto alla Lucania. Non tardò però a farsi sentire la forza romana che nel 291 a.C. fondò, dopo Lucera, la colonia di Venosa, un centro vicino a Melfi.
A partire da questa epoca di Melfi non vi è più traccia ; non vi sono più reperti o documenti che testimoniano di una continuità del suo abitato. Secondo il Torelli, è possibile che vi sia una relazione fra la nascita di Venosa e l'eclissamento di Melfi, al punto da far supporre che sia stata proprio la popolazione di quest'ultima città, insieme con i coloni romani, a fondare la prima. D'altronde sia Strabone che Dionigi di Alicarnasso dicono di una Venosa sannitica ; però di un abitato sannitico nel territorio dell'attuale Venosa, corrispondente a quello di epoca romana, non vi è traccia.
Dunque, se è vero che vi è stata altrove una Venusia sannitica, questo sito potrebbe coincidere con quello dell'antica Melfi che, a quell'epoca, aveva perciò un altro nome.
Non avendo i Lucani la capacità di resistere a tale nuovo impeto organizzato e travolgente, ogni difesa venne abbandonata e presto l'identità riferibile all'antico popolo di origine sannitica si frantumò e si disperse fra il III e il II Secolo a.C. per lasciare il posto alla civiltà romana. Tito Livio in quel periodo chiama i lucani turmae agrestium.