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Neolitico
L'ambiente naturale
La catena dei monti ai cui piedi si trova Melfi ha visto la luce in tempi relativamente recenti, la sua struttura si è completata circa 5 MA (milioni di anni fa), anche se le ultime fasi non si sono ancora esaurite. Anche le colline che da Melfi degradano ad oriente nella pianura (basso melfese ed Ofanto) durante il quaternario erano ancora coperte dal mare, da cui mergevano, come isole all'orizzonte, il Gargano e le Murge.
E il Vulture, un vulcano ormai spento e freddo, ha però terrorizzato con i bagliori ed i boati i primi abitatori dell'Appennino meno di 1 MA fa.
La storia che ha portato a questi eventi è cominciata però molto prima, almeno alla fine dell'era paleozoica, cioè 250-300 MA.
Il Clima e conseguentemente la flora erano profondamente diversi dagli attuali. L'albero dominante era il pino; il clima era più freddo. Circa 5000 a.C. il pino è ormai quasi assente ed ad esso si sostituisce il querceto misto, il clima diventa più caldo e secco. Questo dura fino al 2500 AC quando la comparsa della betulla testimonia un clima più freddo. Alla betulla si aggiunge il faggio, che diventa rapidamente dominante; il clima si è raddolcito (più fresco dell'attuale) ed è diventato più umido. La breve comparsa dell'abete indica un'oscillazione fredda, poi il faggio torna dominante; il clima è coma l'attuale (clima oceanico).
La comparsa dell'agricoltura (periodo neolitico) coincide con il periodo atlantico, quando il clima era più caldo e asciutto dell'attuale e buona parte dell'Europa temperata era coperta da foreste di querce e noccioli.
La fauna di queste foreste viene documentata dalle ossa di animali selvatici che si trovano fra i resti di pasti nelle abitazioni neolitiche oppure nei depositi fluviali o lacustri.
Erano frequenti cervi, cinghiali e castori. Fino a questo momento l'Europa era abitata da comunità che vivevano della caccia e della raccolta di frutti spontanei della terra. L'introduzione dell'agricoltura porterà radicali cambiamenti sia nei modi di vita delle comunità che nell'ambiente naturale.
Raccolta-Coltivazione Caccia-Allevamento: La rivoluzione neolitica.
Le foreste europee cominciarono ad essere abbattute dall'uomo nel Neolitico, quando si pose per la prima volta il problema di liberare tratti di terreno dal bosco per la coltivazione: compare l'ascia di pietra. Al posto degli alberi tagliati o bruciati crescono erbe: non tutto il terreno disboscato viene lasciato incolto, parte di questo viene seminato a grano.
La pratica dell'agricoltura è documentata dalle attrezzature connesse a questa attività trovate nel villaggio neolitico della Diga sul Rendina: macinelle di pietra (trachite), lamine usate per mietere cerali.
Nel neolitico si inizia l'allevamento di alcune specie animali (capra, maiale, bue) che ben presto si differenziano dalle specie selvatiche. Al Rendina prevalgono le specie di allevamento, bovini (specie Bos Brachyceros o Bos Longifrons) e caprovini. Tra le specie selvatiche è presente il solo cinghiale.